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Food&Travel

Amman, la città bianca: dove mangiare, cosa vedere e qualche consiglio utile

Food Amman

Macchine. Tante, troppe macchine. Sbucano da ogni dove spostandosi da una corsia all’altra senza una logica ben precisa. Non servono frecce, basta mettere un braccio fuori dal finestrino o, ancora meglio, suonare il clacson.

Sì, perchè deve sicuramente esistere una sorta di codice morse tra gli automobilisti giordani per comprendersi al volo: un piccolo colpo per dire “non mi sposto”, uno un po’ più lungo per segnalare la svolta a destra, probabilmente due per quella a sinistra, uno più deciso per intimare uno stop e poi, ovviamente, quello scocciato quando non parti subito appena scatta il verde.

Prendere un taxi ad Amman è un’esperienza a tratti snervante. Per fare circa 8 chilometri abbiamo impiegato quasi 30 minuti! A poco sono serviti i bigliettini scritti in arabo dalla nostra guida, il taxista non parlava inglese e non comprendeva la sua scrittura. Grazie però agli screenshot che avevo fatto preventivamente a google map, ci siamo capiti! Google Map “Santo subito”!

Come comportarsi con i taxi in Giordania

Esistono due tipi di taxi. Quelli di colore bianco sono i taxi collettivi, effettuano percorsi prestabiliti trasportando più di un passeggero e generalmente partono solo se al completo.
Quelli gialli invece sono privati e funzionano come i classici taxi. Si trovano praticamente ovunque, basta alzare la mano e, se liberi, si fermano. Hanno il tassametro anche se molti lo tengono spento. Solitamente una corsa in città si aggira intorno ai 3JD, ma difficilmente un turista riesce a strappare questa cifra!
Come suggerito anche dalla nostra guida, per evitare spiacevoli inconvenienti e considerando che è abitudine lasciare anche la mancia, conviene sempre fissare il prezzo prima di salire. Noi abbiamo pagato 4JD (tutto compreso), al rientro essendoci parecchio traffico non siamo riusciti a scendere al di sotto dei 5JD. Qualora il conducente dovesse chiedere di più, fate in modo di avere già i soldi contati e, a fine corsa, lasciateli sul sedile e scendete subito dalla macchina (a delle ragazze che viaggiavano con noi hanno chiesto 10JD, loro ne hanno dati solo 4 e sono scappate via!).
Sicuramente non è una corsa rilassante!

Amman è una città che mi ha lasciata un po’ delusa. Ho trovato molta sporcizia, plastica ovunque, ma soprattutto mi sono sentita in più occasioni un “pollo da spennare”.

Un classico esempio: mi piace conservare le monete dei luoghi in cui sono stata. Avere quelle giordane si è rivelata tuttavia un’impresa, conclusasi felicemente in un supermercato visto che, praticamente ovunque, è usanza arrotondare tutto (almeno con i turisti). Sembrano quasi scocciati a doverti dare il resto e quasi sempre abbiamo dovuto attendere perchè non avevano mai da cambiare.

Welcome to Jordan!

Il benvenuto in città me l’ha dato uno scarafaggio di dimensioni importanti venendomi incontro con passo deciso, non appena scesa dal bus. Luca si è subito girato verso di me chiedendomi se fossi ancora interessata a comprare il pane da un venditore ambulante, lì vicino. Certo che no!

Ovviamente ho subito tirato un sospiro di sollievo al pensiero di aver prenotato la cena da Sufra, un locale molto elegante dove rilassarsi e godersi un ottimo pasto nella quiete del suo giardino interno.

Dove mangiare ad Amman.
Sufra, un’oasi di gusto in Rainbow Street.

Rainbow Street è una delle vie più antiche della capitale. È un quartiere molto vivace con ottimi ristoranti, caffè, librerie e centri culturali. 

Tra questi, uno dei più rinomati è sicuramente Sufra. Gli ambienti sono molto ampi e raffinati, con possibilità di sedersi anche nel giardino esterno o sul tetto, godendo di una vista eccezionale sulla città.

Sufra Restaurant Amman
Sufra Restaurant – Amman

Veniamo subito accolti con gentilezza da uno staff preparato e attento che ci serve del delizioso pane arabo appena sfornato. Le porzioni sono abbondanti e i prezzi in linea con la tipologia di locale. Certamente ad Amman si può spendere molto meno, ma paragonato ad un ristorante italiano il prezzo è decisamente competitivo e la qualità ottima.

Abbiamo optato per una serie di antipasti, freddi e caldi: hummus Sufra (una versione alternativa al classico hummus con l’aggiunta di melanzane sottaceto e noci), warak dawali (foglie di vite ripiene), hoseh (uno stufato di pomodori), i classici falafel, kubbeh (ovvero polpette di bulgur ripiene di carne, cipolla e pinoli). Peccato non aver avuto più posto per assaggiare il gelato al pistacchio! Abbiamo speso in tutto 22JD, circa 28€, decisamente da provare.

Sufra Restaurant Amman

La Cittadella e il Teatro Romano

La città di Amman, come Roma, è costruita su sette colli, anche se oggi si estende su una superficie più vasta. Sulla sommità della collina più alta, Jebel Al Qala’a, sorge la Cittadella ovvero il sito dell’antica Rabbath-Ammon. Al suo interno sono custoditi edifici di epoca romana, bizantina e omayyade. Si respira un’atmosfera insolitamente tranquilla, spezzata in sottofondo dal rumore soffocato dei clacson.

Dall’alto della collina si gode di una vista spettacolare sulla città bianca, chiamata così per il colore delle pietre calcaree utilizzate per costruirla. Impossibile non notare l’enorme bandiera della Giordania, lunga ben 30 metri!

Amman Cittadella
amman centro

Scendiamo dal colle per visitare il Teatro Romano e immergerci nel vivo della frenesia cittadina. Ci avvolgono odori acri, pungenti, le voci dei venditori di un piccolo mercato. Ho un déjà-vu, ma siamo a Napoli?

Vengo subito rapita da un piccolo chiosco che propone estratti di canna da zucchero. Un po’ provata dai giorni precedenti e, memore dello scarafaggio che mi aveva salutato pochi minuti prima, decido di limitarmi a documentare questo momento con un video, lasciando ai miei compagni di viaggio l’assaggio. Le loro espressioni poco convinte hanno confermato la mia scelta!

Sono le 22.30. Il sole è calato ormai da ore – ad agosto tramonta già alle 19 – e finalmente raggiungo la camera dell’hotel. Chiudo la porta e un silenzio, quasi innaturale, mi avvolge. Una sensazione strana pervade la mia mente, un inspiegabile disagio misto a smarrimento e felicità.

Una cosa è sicura: se vedo ancora un piatto di hummus mi sento male!